Le avventure di Arabella, Donna Chisciotte
Traduzione di Lucia Loni
Prefazione e cura di Ornella De Zordo
Un classico della letteratura inglese del Settecento, per la prima volta tradotto in italiano. Parodia del romanzo eroico, come il Don Chisciotte a cui fa esplicito riferimento, ha a sua volta ispirato innumerevoli commedie e romanzi.
La storia di Arabella, giovane donna che dai romanzi delle Preziose e dei loro seguaci e imitatori trae i suoi codici di comportamento, non è, come vorrebbe o potrebbe sembrare, semplicemente una parodia di questo genere letterario. Al di là degli effetti comici che provocano i fraintendimenti della realtà da parte della protagonista, ci si trova, non tanto a ridere di Arabella, quanto a guardare gli altri personaggi che ridono di lei e a scoprire tutti i limiti e le ipocrisie del loro buon senso. Personaggio che non segue, perché non le conosce, le regole della società, Arabella affascina la sua stessa creatrice che la fa agire in maniera libera e autonoma, sincera e onesta, lasciando trasparire l’attrazione che esercita su di lei. La stessa involontaria attrazione emerge tra le righe del romanzo anche verso la materia da cui l’autrice dichiara di dissociarsi e, da critica al romance, il testo si trasforma anch’esso in una nuova variante del romance.
Informazioni aggiuntive
- anno : 1998
- numero collana: 10
- pagine: 532
- ISBN: 978-88-86780-17-9
- prezzo: € 18,00
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Charlotte Lennox
Charlotte Ramsay (?1730-1804) che firmò le sue opere col nome acquisito per matrimonio Charlotte Lennox, è stata una delle più conosciute e discusse letterate della Londra di metà Settecento. Era romanziera, poetessa, ma anche attrice. È stata apprezzatala da alcuni grandi intellettuali come il Dottor Johnson, Samuel Richardson e Henry Fielding. Mai accettata dalla buona società della capitale, rimane ancora oggi una figura misteriosa intorno alla quale persiste una leggenda che lei stessa sembra aver contribuito a creare. Non si hanno notizie certe sul luogo e la data di nascita: forse Gibilterra, nel 1730. Sappiamo che veniva dall’America, e che si dichiarava figlia del governatore di New York, anche se è quasi sicuro che così non fosse. Qualcosa di più si conosce del periodo trascorso a Londra dove Charlotte approda nel 1743 e per mantenersi si trova dapprima a calcare le scene come attrice e poi, con maggiore successo, ad utilizzare la sua abilità di scrittrice. A Londra nel 1747 sposa Alexander Lennox, un impiegato dell’editore William Strahan, che la introduce nel mondo delle lettere. Presto si rende conto che scrivere ed entrare nel mercato editoriale rappresenta l’unico modo per mantenere se stessa e i due figli. A differenza delle molte donne che pubblicavano mascherando la propria identità in un’epoca in cui lo spazio riservato alla scrittura femminile era limitato e l’attività artistica di una donna guardata con sospetto e ostilità, Charlotte Lennox inizia la sua carriera firmando le proprie opere e si mantiene con i proventi che derivano dalle sue pubblicazioni. Nella sua prima opera, una raccolta di poesie che chiamò Poems on several occasions (1747), Charlotte affronta il tema amoroso ponendo al centro la figura ambigua e provocatoria della coquette, la donna che ama il gioco della seduzione in sé; il corrispettivo femminile della figura del libertino. La figura della coquette si trova anche nel suo primo romanzo The Life of Harriot Stuart (1750). La critica è negativa ma con il libro pubblicato un paio d’anni dopo, The Female Quixote, riesce a ottenere successo di pubblico e di critica. Nel 1751 Johnson l’accolse nel circolo dell’Ivy Lane Club, aiutandola anche nella stesura di un’opera. Charlotte dopo l’incontro con Johnson modificò temi e strategie narrative e lo notò anche il letterato italiano Giuseppe Baretti che aveva conosciuto la scrittrice nel 1754 e la invitava a riprendere il genere della poesia d’amore e ad abbandonare il tono serio e didascalico che l’austero Johnson le aveva ispirato. Nel 1758 pubblicò Henrietta e dal 1760 al 1761 fu editrice del «The Ladies Monthly». Malgrado ciò, ebbe sempre problemi economici tranne quando David Garryck (nel 1775) rappresentò in teatro Old City Manners, tratto dalla sua commedia Eastward Hoe. Nel 1790 pubblicò il suo ultimo romanzo, Euphemia, e nel 1792 lasciò il marito. Condusse i suoi ultimi anni in povertà, come testimoniano le domande di aiuto presentate al Royal Literary Fund, morendo dimenticata nel 1804.