Noccioline. Da ammazzare
Traduzione e postfazione di Emanuela Cavallaro
Simon guarda sua madre in faccia, il suo lungo naso sottile, la bocca pendente, e non gli sfugge l’immagine che la madre ha di lui e dice: «Ammazzami. So benissimo che preferiresti spaccarmi in due con un’ascia. Vorresti spaccarmi in due finché mi esce tutto il sangue e non sono tutto morto».
Storie di donne senza punti di riferimento e senza una direzione, in bilico tra desiderio di felicità e quotidiane catastrofi relazionali. Niente nella vita di queste donne è stabile e sicuro, tanto meno le relazioni: amanti di passaggio, che si lasciano indietro figli mai conosciuti; padri autoritari o assenti, che pensano di lavarsi la coscienza con donazioni in denaro; figli difficili, cresciuti senza padre, che fanno paura perché osservano gli adulti «con certi occhi senza ritegno». E al centro loro, Eva, Daniela, Esther e le altre, che si arrabattano per conquistarsi almeno un po’ di tenerezza, o addirittura di amore. Ma le porte sono chiuse, i padri come gli amanti sono troppo impegnati a correre dietro ai loro sogni: l’eterna giovinezza, le raccolte di fondi, la carriera. E le madri? Le madri sono un campionario dell’orrore: abbrutite dalla stessa “fatica di vivere” che sta facendo sentire i propri effetti anche sulle figlie; sono lo specchio raccapricciante di ciò che il futuro riserva alle figlie.
Informazioni aggiuntive
- anno: 2003
- numero collana: 21
- pagine: 131
- ISBN: 978-88-86780-48-3
- prezzo: € 12,00
- acquista: Fuori commercio
Ruth Schweikert
È nata nel 1965 a Lörrach in Germania, a pochi chilometri dal confine svizzero. Vive a Zurigo insieme ai suoi quattro figli. Nel 1994 ha vinto il premio Ingeborg Bachmann e pubblicato la raccolta di racconti Erdnüsse. Totschlagen. Nel 1998 è uscito il romanzo Augen zu, tradotto in italiano e pubblicato nel 2002 dall’editrice Le Lettere con il titolo Chiudi gli occhi (2000) e Erdnüsse. Totschlagen (Rotpunktverlag, 1994), col titolo italiano Noccioline da ammazzare (Tufani editrice, 2003), traduzione italiana e postfazione a cura di Emanuela Cavallaro.